L’Odissea per cercare un ristorante accessibile a Parma. Una brutto sabato sera per Umberto Guidoni, vicepresidente di Anmic Parma, che non è molto diverso da quello di tante altre persone. Sembrano pochi solo se smettiamo di parlarne e non risolviamo i problemi.
Qui il suo racconto:
“Gli amori finiscono. Come l’amore per le Sorelle Picchi di Parma, ristorante in via Farini che, dopo una ristrutturazione (!) è diventato inagibile alle persone disabili in carrozzina. Sembra incredibile ma è proprio così. Eppure le soluzioni esistono e sono utilizzate, in altri locali.
Gli amori finiscono ma certe volte, certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Speriamo che questo sia uno di quei casi…
Succede che prenotiamo un tavolo all’interno del locale perché chi gestisce le prenotazioni mi dice che la pavimentazione del dehors esterno non reggerebbe il peso della mia carrozzina (mi chiedo in base a quali misurazioni, dato che il peso specifico del mio mezzo non è mai stato al centro di dibattito). Quindi provo ad entrare nel ristorante, ma all’ingresso mi si stagliano davanti tre gradini e con la mia carrozzina non riesco a superarli. Così mi viene offerta l’alternativa di entrare passando dalle cucine ma non riesco a superare nemmeno la porta, c’è un gradino anche qui e poi il camminamento successivo sarebbe troppo stretto. Arrivano le solite scuse e giustificazioni sempre uguali, sentite già decine di volte da decine di ristoratori. Così rinunciamo. Andiamo verso Borgo S. Biagio. Proviamo un altro ristorante, La Forchetta: questo ha una rampa all’ingresso, ma è talmente corta e ripida che la mia carrozzina elettronica non riesce a salire e allora rinunciamo. Non ci arrendiamo, con una certa frustrazione, che l’abitudine alla mancanza di luoghi accessibili fa certo passare. Proviamo il ristorante a fianco che risponde al nome di Atmosfera e sembra di aver trovato un’oasi nel deserto. Le rampe hanno l’inclinazione prevista, il bagno per disabili è grande e accogliente. Il personale gentile e la cucina molto gustosa e soddisfacente.
Per superare quei tre grandini sarebbe sufficiente una piccola rampa. Questi sono accorgimenti, soluzioni, che costano poco e si ottengono con capacità d’osservazione della realtà. In fin dei conti una questione culturale: siamo una grande città di cultura, contattiamo un’associazione che si occupa delle persone disabili che ha il know how per trovare INSIEME il miglior sistema per migliorare la vita e far sentire a proprio agio le persone. Tutte le persone.
Tutto qui, niente di eroico a dire la verità, se uno ci pensa niente di particolarmente geniale. Come diceva Laura Hershey (poetessa, giornalista, femminista, attivista per i diritti dei disabili americana): ‘Le nostre disabilità possono porci dei limiti, ma le barriere fisiche, economiche e politiche ci ostacolano molto di più’.
Che pazienza”.
Print Friendly, PDF & Email