È già un fiore all’occhiello, All Inclusive, il progetto che sta permettendo a quarantasei bambini e bambine del nostro territorio di praticare il loro sport preferito o un’attività artistica insieme ai coetanei. Fin qui, non ci sarebbe nulla di fuori dall’ordinario se non fosse che questi bimbi convivono con una disabilità intellettiva o un disturbo del neurosviluppo, cosa che rende qualsiasi attività ricreativa un’esperienza non scontata. Ma All inclusive nasce proprio per questo: garantire a tutti i bambini e le bambine lo stesso diritto, quello di vivere liberamente il tempo libero, seguendo a pieno le proprie aspirazioni, come prevede l’articolo 30 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

Ne hanno parlato, questa mattina, durante la conferenza stampa di presentazione, Marco Bosi, assessore allo Sport del Comune di Parma; Andrea Scannavino, coordinatore del progetto; Claudio Bassi, presidente CSI – Centro Sportivo Italiano; Marta Godio del Centro per la diagnosi, cura e studio dei disturbi della comunicazione e della socializzazione di Usl Parma; un genitore di un giovane atleta coinvolto nel progetto. Cono loro Arnaldo Conforti, direttore CSV Emila, che ha condotto la conferenza stampa.

Nato come un sogno lo scorso anno sul modello di Reggio Emilia, dopo una sperimentazione che ha coinvolto dieci giovanissimi atleti, ora il progetto è realtà grazie a Parma Facciamo Squadra – campagna resa possibile da Barilla, Chiesi, Fondazione Cariparma, Conad. La raccolta fondi 2022 ha messo insieme una grande rete di cittadini, imprese, enti, istituzioni, associazioni e cooperative sociali per garantire all’esperienza un primo orizzonte di tre anni.

E’ una comunità intera quella che ha unito le forze per una grande causa comune: l’inclusione dei più fragili attraverso lo sport e, in generale, le attività del dopo scuola.

Ma cosa permette a questo modello di funzionare? Anzitutto c’è la collaborazione fra soggetti diversi, ciascuno con un ruolo peculiare e determinante: ci sono i Comuni, il volontariato, gli enti e le società sportive, i servizi dell’AUSL per l’Infanzia e l’adolescenza che permettono di individuare bambini e bambine ed entrare in contatto con le loro famiglie.

Poi c’è il tutor, figura chiave sulla quale il progetto fonda le sue basi. I tutor supportano l’inserimento dei bambini e delle bambine con disabilità nel gruppo o nella squadra, per il tempo necessario; accompagnano l’atleta in allenamento e lo aiutano a integrarsi. E’ una figura competente che ha seguito un percorso formativo ad hoc, la cui presenza è completamente gratuita, sia per la famiglia che per la realtà ospitante. Per riuscire ad accogliere e seguire al meglio i 46 bambini selezionati sono stati ingaggiati 24 tutor, 11 dei quali provenienti da Giocampus e 13 formati grazie al corso per Operatore Sportivo Inclusivo organizzato dallo stesso progetto, tra aprile e maggio 2023.

I tutor trovano riferimento in un super tutor che supervisiona le loro attività. E’ il supertutor che si occupa di redigere progetti sportivi su misura, con obiettivi realistici e sostenibili sia per l’atleta che per il resto della squadra.

I giovanissimi atleti coinvolti hanno fra i 6 e gli 11 anni; solo tre di loro frequentano le scuole medie grazie alla sperimentazione voluta da Fondazione Mattioli. Le discipline che hanno scelto di praticare sono le più diverse; c’è danza, judo, basket, rugby, atletica, ginnastica artistica, nuoto, pallamano; c’è addirittura chi si cimenta nel golf e ovviamente nel calcio. Le società sportive coinvolte sono in tutto diciotto.

All inclusive è un modello d’integrazione vincente per tutti: per i giovani atleti con disabilità, che possono vivere un’esperienza sportiva sentendosi risorsa per sé e per il gruppo; le famiglie alle quali viene restituito un angolo di normalità, oltre che la gioia di vedere la soddisfazione negli occhi dei figli, i compagni di squadra che potranno fare tesoro della presenza di chi ha un’abilità diversa e le associazioni sportive, che potranno vantare al loro interno un’esperienza di eccellenza.

I principali protagonisti di Alla inclusive sono Uisp sport per tutti, CSI Centro Sportivo Italiano, Centro Sportivo Educativo Nazionale, AICS, US acli, Anmic, Cem Lira, CUS Parma, Giocampus Insieme, Polisportiva Gioco, Rugby Colorno, Team Emilia Romagna – Special Olympcs, San Severina, Fondazione Mattioli. Con loro CSV Emilia, il Consorzio di Solidarietà Sociale, l’NPIA (Servizio di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza) il Centro per la Diagnosi, la Cura e lo Studio dei Disturbi della Comunicazione e della Socializzazione dell’AUSL di Parma, il Comune di Parma e il Comune di Fidenza.

Le società sportive che si sono messe in gioco accogliendo gli atleti sono: Cus Parma A.S.D., Polisportiva Inzani A.S.D., Rugby Parma F.C., A.S.D. La Paz, A.S.D. San Leo, A.S.D. Paradigna, Spazio 84 Centro studi danza S.S.D., Basket Scuola San Leonardo, Fulgor Fidenza (basket), Kyu Shin Dokai Fidenza (judo), A.S.D. Team Fidenza (calcio), Emmedance Fornovo, SaMarDanza Associazione Sportiva Colorno, Rugby Colorno, Junior Colorno Associazione Calcio Dilettantistica, Team Traversetolo A.S.D., Piscina Sport Center Nuoto Ercole Negri, Ego Village Collecchio, ASD Pallamano Parma.

 

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