Nelle ultime ore l’ANMIC, con il suo presidente Nazaro Pagano, ha incontrato la Ministra per la Disabilità Erika Stefani.

Ecco i temi trattati.

Piano vaccinale delle persone con disabilità

“Come ANMIC abbiamo incontrato il ministro per la Disabilità Erika Stefani a cui abbiamo espresso compiacimento per gli ultimi sviluppi legati ai vaccini anti Coronavirus – spiega il prof. Nazaro Pagano presidente nazionale ANMIC – dato che sui indicazione del ministro, le persone con disabilità in possesso dell’articolo 3 comma 3 della legge 104, avranno la priorità. Naturalmente ora attendiamo che quanto prospettato venga messo in pratica.

Sistema di accertamento dell’invalidità civile

“Con la Ministra Stefani – spiega il prof. Nazaro Pagano presidente nazionale ANMIC – abbiamo anche affrontato il tema del sistema di accertamento dell’invalidità civile, della sordità, della cecità dell’handicap e della disabilità. Abbiamo detto al ministro che serve riordinare la definizione delle categorie giuridiche esistenti. Eliminare il dualismo Inps Asl nella fase accertativa. Semplificare il procedimento medico legale e amministrativo e garantire la partecipazione delle associazioni di categoria al procedimento. Serve inoltre rivisitare i sistemi valutativi e tabellari. Prevedere l’introduzione di una certificazione unica modellata sui bisogni dei singoli soggetti”.

Collocamento mirato dei lavoratori con disabilità

“Abbiamo sottoposto al ministro una nostra proposta – prosegue – che è quella di trasformare i centri per l’impiego da strutture amministrative di incontro cartaceo tra domanda e offerta di lavoro, in strutture che creino lavoro sviluppando la domanda e costruendo un’offerta qualificata. La flessibilità in entrata e in uscita del mercato del lavoro introdotto con il jobs act ha intaccato in maniera importante la tutela del lavoratore con disabilità. Abbiamo detto al ministro che la sanzione amministrativa per la mancata assunzione lavorativa obbligatoria dei soggetti diversamente abili non garantisce assolutamente l’ingresso nel mercato del lavoro, così come la tutela reintegratoria in caso di licenziamento per giusta causa poi dichiarato illegittimo”.

Revisione delle prestazioni economiche per gli invalidi civili parziali

La Corte Costituzionale con la sentenza n.152 ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 38 comma 4 della legge 448 del 2001. Si tratta della parte in cui si fa riferimento agli invalidi civili totali con età superiore ai 60 anni. La Corte ha dichiarato l’inadeguatezza delle prestazioni economiche assistenziali che non garantiscono ai disabili una esistenza dignitosa. Di conseguenza anche le invalidità civili parziali dal 74 al 99% necessitano un adeguamento negli importi che oggi si attestano sui 287 euro. Si tratta di un percorso fruibile e realizzabile.

Non autosufficienza

“Abbiamo sottolineato al ministro che il tema della non autosufficienza – spiega il prof. Nazaro pagano presidente Nazionale ANMIC – è una questione principale affrontare. Esistono diverse disposizioni che la definiscono. La prima necessità è quella di individuare innanzitutto una categoria unitaria di questa situazione da articolare in senso orizzontale sulla base delle specificità delle disabilità e in senso verticale per individuare il diverso grado e calibrare forme di intervento per una politica inclusiva.

Livelli essenziali di assistenza sanitaria

La pandemia ha evidenziato una disparità di trattamento nelle varie aree geografiche del nostro Paese in materia di tutela della disabilità. Si tratta di forme di disuguaglianza su cui si deve subito intervenire. L’articolo 117 della Costituzione affida allo Stato il compito di garantire in maniera uniforme su tutto il territorio i livelli essenziali di assistenza sanitaria, economica e i servizi. Laddove dovessero esserci situazioni di difficoltà di bilancio occorre che lo Stato istituisca un fondo per intervenire sul quel territorio.

Pensioni di invalidità civile e accertamenti

“Abbiamo richiesto – spiega il prof. Nazaro pagano presidente Nazionale ANMIC – la modifica dell’art.24 della legge 183 del 2010 che prevede la possibilità di usufruire dei permessi ex legge 104 del ’92 da parte di parenti e affini entro il secondo grave di parenti disabili gravi.

Altro tema l’articolo 29 ter della legge 120 del 2020. La norma ha previsto che le commissioni di accertamento dell’invalidità civile siano autorizzate a procedere a valutazioni o revisione sulla base degli atti e senza un esame clinico diretto. Abbiamo già avuto rassicurazioni da parte dell’inps che questa attività di revisione sugli atti sarebbe avvenuta solo in caso di soggetti con disabilità grave o gravissima, invece non è così. Le persone con disabilità vengono chiamate tutte a visita medica di revisione chiedendo l’invio di nuova documentazione sanitaria, senza un esame obiettivo. Nel momento in cui si chiede nuova documentazione, il disabile presenta quella in suo possesso. Essendo datata, si ha la revoca della pensione. Abbiamo chiesto al ministro che questo aspetto venga regolamentato e rivolto solo alle persone con disabilità grave o gravissima.

ANMIC ha incontrato la ministra per la Disabilità Erika Stefani: ecco le ultime richieste e le rassicurazioni

“Abbiamo anche richiesto la reintroduzione dell’appellabilità delle sentenze di primo grado nelle materie di cui all’articolo 445 bis del cod.proc civile. L’estensione della disciplina di cui all’articolo 90 comma tre del decreto rilancio anche alle persone con disabilità per tutto il periodo emergenziale”.

“Quello che voglio infine sottolineare – conclude il prof. Nazaro Pagano presidente nazionale ANMIC – è la piena disponibilità del ministro ad affrontare questi temi, li valuterà e sceglierà le linee prioritarie di intervento. Farà da coordinamento con tutti gli altri ministeri. Ci siamo lasciati con la consapevolezza che l’incontro è stato proficuo”. 

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