08.05.2017 – E’ con grande dolore che apprendiamo della morte dell’amico Enzo Mazzoli, classe 1930, consigliere del comitato provinciale di Anmic, nonché tra i suoi fondatori, nel lontano 1956. Ci mancheranno il suo impegno, il suo esempio e il suo spirito, sempre positivo. Da tutta l’Anmic di Parma un grande abbraccio alla sua famiglia. Di seguito trovate un ricordo.

Enzo Mazzoli se n’è andato nella notte tra domenica e lunedì e con sé porta decenni di lotte per i diritti civili. Parmigiano di San Pancrazio, classe 1930, era un uomo piccolo di statura ma grande nella caratura dell’animo: la sua è stata una vita spesa in favore degli altri, sempre da volontario. C’era anche lui, infatti, nel 1956, a fondare il comitato provinciale dell’Anmic (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili), allora Lanmic, oggi la più grande associazione che si occupa della tutela dei diritti dei disabili. Tempi pionieristici, in cui, con pochi altri, aveva deciso che anche a Parma i disabili dovevano associarsi per vedere riconosciuti i propri diritti. Da allora, non aveva mai abbandonato il suo impegno: con vari ruoli è stato sempre attivo all’interno dell’associazione. Il Natale scorso, non era voluto mancare, insieme all’inseparabile moglie Candida, sposata 63 anni fa, allo scambio di auguri con gli associati. <Enzo è stata una grande persona – è il ricordo di Alberto Mutti, attuale presidente provinciale di Anmic – e un pilastro per la nostra associazione. Il nostro impegno è ispirato ancora oggi alle sue parole: “Non chiediamo pietà, ma diritti”. E’ grazie alla sua volontà che a Parma è nata l’Anmic: la prima sede l’avevano aperta in un sottoscala, in via Farini: un posto freddo e umido. Un giorno passò di lì il sindaco Giacomo Ferrari che, vedendo l’impegno di quelle persone, ma anche le difficoltà di una sede provvisoria, fece arrivare un carico di legna>. Il volontariato per l’associazione l’ha sempre accompagnato, ogni volta in prima fila: Mazzoli c’era, nelle tre cosiddette <marce del dolore>, le grandi manifestazioni di protesta di piazza, a Roma, negli anni Sessanta, per la rivendicazioni di leggi giuste che tutelassero i disabili. E le leggi arrivarono, proprio grazie a quelle lotte.
La vita lavorativa di Mazzoli è invece stata sempre legata alla Barilla, come ricordano i figli Attilio e Arrigo: <Era un uomo di fiducia di Pietro Barilla – raccontano -: senza una mansione precisa, veniva destinato a varie attività a seconda delle esigenze del periodo>. I suoi tanti anni da dipendente nell’azienda parmigiana della pasta gli valsero la <Medaglio d’oro Barilla>, mentre la sua attività all’interno dell’Anmic gli regalarono una delle gioie più grandi: il titolo di Cavaliere della Repubblica.
Tra le passioni di Mazzoli, le più grandi erano la musica e il Parma Calcio: nel fine settimana si alternava tra la sua fisarmonica, che suonava soprattutto per beneficenza, e gli spalti dello stadio Tardini. <Tutte queste attività non gli impedivano di essere molto presente anche in famiglia – ricordano i figli -: era sempre lui che tirava su il morale nei momenti più difficili>. Per esempio, nel 2001, quando prematuramente Mazzoli perse la figlia Cinzia dopo una lunga malattia: si risollevò e ispirò il sorriso a tutta la famiglia, diventata numerosa, con cinque nipoti e un bisnipote che adorava.
Questa sera, martedì 9 maggio, alle 21, sarà recitato il santo rosario nella chiesa Maria Immacolata di via Casa Bianca, dove domani, mercoledì 10 maggio, si svolgeranno i funerali, con partenza alle 10,45 dall’Ospedale Maggiore.

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