“La rivoluzione seduti” di Walter Antonini e Maria Grazia Villa

Prefazione di Gian Paolo Montali (Azzali Editore)

Di seguito l’intervista a Walter Antonini realizzata per sportparma.com da Daniele Bonezzi

 

“Piacere, Walter Antonini, disabile”

“Piacere, Walter Antonini, disabile”, si presenta così, orgoglioso della sua condizione e delle sue conquiste, il bancario, scrittore e neo “assessore” allo Sport della Provincia di Parma. In questi giorni la sua vita è davvero caotica, divisa tra il lavoro, gli appuntamenti per la presentazione del libro scritto a quattro mani con la giornalista Mariagrazia Villa e l’insediamento nel nuovo ruolo in piazzale della Pace; ma ha trovato comunque qualche minuto da dedicarci per parlare del suo “La rivoluzione seduti”, edito da Azzali, e dei suoi progetti nel nuovo ruolo istituzionale affidatogli dal presidente Bernazzoli.
Partiamo dal libro: qual’è il messaggio che vuole trasmettere, lo scopo finale?
“Abbiamo cercato di fornire una chiave di lettura per avvicinarsi e conoscere il mondo della disabilità; passando attraverso esperienze, non solo personali, e alcuni fatti storici, magari sottovalutati, che rappresentano invece tappe fondamentali della storia della disabilità in Italia e in particolare del nostro territorio dove siamo molto più avanti che nel resto del Paese”.
Come ci siete riusciti?
“Le tre regioni che sono più all’avanguardia in questo tema sono Friuli, Toscana ed Emilia Romagna. Per le prime due devo dire che è stato determinante il contributo di amministratori locali lungimiranti e capaci, mentre per la nostra, e in particolare per Parma, devo dire che un contributo significativo delle istituzioni è arrivato a partire dagli anni ‘90, comunque in netto anticipo rispetto all’Italia in generale. Fino ad allora le conquiste sono arrivate proprio dai ragazzi disabili”.
Conquiste importanti, raggiunte con grandissima sofferenza, e che lei ha vissuto in prima persona.
“Penso alle battaglie dell’Amnic, l’associazione nazionale mutilati e invalidi civili, le manifestazioni del dolore organizzate negli anni ‘70 che in due occasioni sono state represse dalla polizia. Si veniva da un clima pesante, generato dalla cultura cattolica che da una parte di fatto dava una mano ai disabili con gli istituti, ma dall’altra li condannava ad una condizione di sofferenza a causa dell’approccio caritatevole, e forse anche utilitaristico, che proponeva. Al motto di “bisogna far del bene a questi ragazzi sfortunati” si è di fatto generata una situazione peggiore della discriminazione, perchè quest’ultima almeno provoca una reazione. Quando infatti la discriminazione ha preso il posto della carità sono iniziate le battaglie”.
E sono arrivate le prime vittorie.
“Il primo passo significativo è stato negli anni ‘80, quando c’è stato un cambio di approccio: si è passati da una situazione di chiusura e di emarginazione, accompagnata da termini che francamente oggi fanno inorridire come storpio o zoppo per non citarne altri, alle prime grandi conquiste come quella della definizione di handicappato o portatore di handicap; un primo step verso il termine che oggi mi sembra più correto, quello di disabile. Ritengo infatti inopportuno e inutile ormai impelagarsi in espressioni articolate tipo diversamente abile e così via. Nell’ultimo decennio del secolo scorso la disabilità è divenuta un tema centrale, oggi è un punto di confronto politico”.
A chi è rivolto “La rivoluzione seduti”?
“Non è un libro solo per disabili, anzi, è stato pensato per chi vuole avere un contatto, per chi cerca un approccio a questo mondo. Non è la mia storia, ci sono episodi del mio vissuto, ma che sono esemplificativi del percorso comune di tanti di questi ragazzi. Capire questo percorso è un presupposto fondamentale per avvicinarsi a queste tematiche comprendendole a fondo”
Tematiche che non potranno non essere cardini del suo assessorato.
“L’incarico che mi è stato affidato è un grande riconoscimento, non per me, ma per tutto il mondo parmigiano della disabilità, per tutti coloro che sono riusciti a costruire la propria autonomia. Nei giorni scorsi ho visitato alcune strutture sportive, ho notato che la mia presenza provoca una certa attenzione al tema delle barriere architettoniche. Non posso dimenticare il mio percorso, ma sono comunque assessore di tutto lo sport”.
Ha già qualche progetto in mente?
“Diversi, ma credo che il mio compito principale, al cospetto dei tagli devastanti imposti dal Governo, sarà quello di reperire risorse economiche. Ci sono poi alcune situazioni su cui intendo focalizzare la mia attenzione: in primo luogo voglio valorizzare e aiutare quelle società sportive che incentrano la loro attività sui vivai e sui giovani in genere. Poi vorrei trovare risorse per sviluppare due temi poco valorizzati in passato: la formazione e la ricerca medico sportiva, attraverso l’aiuto concreto a centri di ricerca e Università.
Ho poi un grande desiderio che spero di poter tradurre in pratica: vorrei che gli uffici dell’assessorato fossero frequentati da tanti giovani, vorrei sentirli avanzare idee e proposte, vorrei vederli impegnati nel reperire risorse umane ed economiche per realizzare i progetti comuni. Penso che sarebbe una esperienza importante per loro e una ricchezza per me e per lo sport parmense”.

Romano di nascita, parmigiano d’adozione

Nato a Roma cinquant’anni fa, Antonini arriva a Parma negli anni ‘70 ospite del Don Gnocchi, dopo due esperienze in collegi della capitale e a Venezia.
è da subito molto impegnato nella comunicazione, nello sport e nel volontariato sociale, tanto da diventare in breve tempo responsabile provinciale del primo coordinamento delle associazioni.
Fondatore insieme ad alcuni amici del mensile ecosolidale “AltraCittà”, pubblicato fino alla metà degli anni ‘90, pratica il basket in carrozzina, una vera passione. Passione che sfocia nella decisione di fondare la Magik Basket, una società nella quale riveste prima il ruolo di allenatore e poi quello di dirigente. Organizza diverse manifestazioni e propone progetti spesso innovativi per i disabili, che gli valgono premi e riconoscimenti. Poche settimane fa pubblica un libro, “La rivoluzione seduti”, edito da Azzali, scritto a quattro mani con la giornalista Mariagrazia Villa e con la prefazione di Gian Paolo Montali. Da pochi giorni è stato nominato dal presidente Bernazzoli assessore allo Sport della Provincia di Parma.

Print Friendly, PDF & Email